Villa Bordoni è una “Villa Patrizia” – l’ex residenza di campagna dei Bordoni, una famiglia di ricchi mercanti della città di Firenze. Per comprendere la storia della Villa, bisogna comprendere la storia della Valle della Greve e oltre, fino all’agglomerato di città-stato che oggi sono conosciute come l’Italia.
Firenze e Siena erano stati indipendenti nel medioevo, rivali spesso in guerra tra di loro. La valle del fiume Greve, che dà il nome al paese più vicino, era di grande importanza strategica, e fin troppo spesso campo di battaglia degli eserciti fiorentino e senese; da qui la concentrazione di castelli e borghi fortificati nella zona.
Le origini di Villa Bordoni risalgono all’XI secolo, quando era una torre fortificata in pietra, con spesse mura, attaccata a una solida prigione sotterranea per i prigionieri di guerra. Nel corso dei secoli una rete di fragili alleanze portò una relativa pace nella regione e permise alla struttura di evolversi in una fattoria, seppur fortificata.
Nel corso del XVII secolo questa ‘casa colonica’ fu acquistata da una ricca famiglia fiorentina, come residenza estiva di campagna e rifugio di caccia; pian piano si trasformò in Villa, con la sua facciata in stucco e il giardino all’italiana. Nel corso del XVIII° secolo Giuseppe Bordoni fece di questa Villa la sua dimora stabile e investì molto nei vigneti, producendo dal 1782 un rinomato Chianti Classico, che prese il nome di “Mezzuola”, il borgo che circondava la sua residenza. All’epoca appartenevano ai Bordoni l’intero borgo e alcune decine di ettari di ottimi terreni agricoli.
Durante la rivoluzione industriale e il successivo processo di urbanizzazione, la regione del Chianti divenne sempre meno abitata, segnata dalla povertà, e i figli di molti contadini fuggirono dalle campagne in cerca di una vita migliore nelle città d’Italia e all’estero.
Dopo la seconda guerra mondiale, l’erede dell’ormai ristretto patrimonio familiare fece del suo meglio per difendere la proprietà di famiglia, ma negli anni si trovò a dover vendere appezzamenti di terreno e interi casali per preservare la Villa e il nucleo della fattoria. Sposato con un artista dai dubbi talenti non ha fatto altro che compromottere ulteriormente la sua fortuna, dato che faceva di tutto per finanziare mostre delle sue opere in tutta Europa.
Durante gli anni ’80 e ’90 l’allora vedova, senza eredi, ed anziana signora Bordoni è diventata via via più eccentrica. Una piccolissima signora, alta poco più 1,5m, indossava spessi tweed e mantelli da caccia anche in piena estate; si potrebbe definitre quasi un personaggio dickensiano. Questo non vuol dire che non fosse lucida fino alla fine, riuscendo spesso a “avere la meglio” sui contadini locali nel suo commercio di vino e olio d’oliva. Negli ultimi tempi, però, la sua eccentricità è diventata eccessiva, iniziando a vivere quasi da eremita in una sola stanza della villa, senza acqua corrente, circondata da vecchi giornali che si rifiutava di buttare via, e anche da un grande collezione di animali imbalsamati (tra cui un alligatore) – trofei di caccia del bisnonno…
Con solo i suoi tanti gatti e almeno 20 tartarughe per tenerle compagnia, ma con pochi contatti umani, nel 1997, con grande difficoltà e riluttanza, prende la dolorosa decisione di lasciarsi alle spalle le condizioni spartane di Mezzuola, e di ritirarsi in una casa di cura nella sua natia Firenze…